Quando una storia d’amore termina l’individuo sperimenta una sensazione di malessere.

 

Nulla pare avere più senso e il vuoto fagocita la propria esistenza. Milioni di parole sono state spese su questo argomento proprio perché la tematica riguarda l’essere umano da sempre. Nessuno ne è immune. Le cose nella vita cambiano, l’universo continua il suo cammino, i sentimenti possono subire trasformazioni e anche le relazioni più intense possono arrivare al capolinea.  Da anni, ormai, gli esperti parlano di separazione come di un lutto. Chi vive questo straziante dolore , a volte, crede di non essere veramente capito poichè il dolore emotivo è la ferita che nessuno vede ed è la più difficile da curare. Nessun intervento chirurgico può intervenire sul paziente,  non esiste un pronto soccorso “dell’anima”.

L’individuo vede attorno a sé macerie ed è necessario ricostruire la propria vita.

Molte persone, vivono  malesseri che si protraggono nel tempo e che possono divenire invalidanti nella  quotidianità e nelle relazioni sociali. L’autostima è minata dalla rottura con il proprio partner.

Entrambi i partner (sia chi lascia e sia chi subisce la scelta) si trovano a riorganizzarsi, a modificare abitudini, ad impostare la propria esistenza per aprirsi a nuovi scenari.

 

Lo psicologo, accoglie il dolore portato dal paziente, lo contiene e lo aiuta nella riformulazione degli stati emotivi. Il percorso prevede supporto e cambiamento. Le persone si rivolgono allo specialista perché da sole non riescono a supportarsi e hanno necessità di condividere in uno spazio protetto il proprio mondo interiore.

 

“L’elaborazione del lutto” fa riferimento al lavoro di elaborazione emotiva dei significati e dei vissuti necessari per uscire da uno stato doloroso legato alla perdita dell’altro. L’elaborazione del lutto, si suddivide in fasi e può avere una durata media tra i 6 e i 12 mesi anche se in realtà la durata e l’ intensità sono variabili e soggettive.

 

  • Fase della negazione. La persona può mettere in atto un meccanismo di difesa che lo porta a non credere che il fatto sia veramente accaduto.
  • Fase della rabbia. L’ individuo attribuisce le colpe al partner e sperimenta la rabbia. L’altro è visto come il
  • Fase della riparazione. La persona inizia a riflettere su cosa avrebbe potuto fare di diverso.
  • Fase della consapevolezza. Vi è la reale presa di coscienza della perdita. La persona si lascia andare al dolore. Sentire il proprio dolore è l’unico modo per non guardare più indietro in futuro.
  • Fase dell’accettazione. Al centro di tutto vi è la persona come individuo indispensabile. La persona è pronta a dare un senso a ciò che è accaduto. Si riflette sui propri progetti, si prende in mano di nuovo la vita. Si struttura un piano di azione per sperimentare cose nuove.

 

Ci sono storie che rimangono impresse nell’essere umano come cicatrici sulla pelle. I rapporti che terminano devono insegnare e lasciare molto. È evidente che aver amato ed essere stati amati è il dono più bello che rimane. E’ utile riflettere sugli  errori commessi al fine di evitarli nelle storie future. Arriverà un momento in cui la lancetta dell’orologio  indicherà che si è smesso di piangere per essere pronti a sorridere a nuove storie non dimenticando mai che il vero amore è sempre dapprima con SE STESSI.

 

Dott.ssa Samuela Masina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.